lunedì 3 marzo 2014

UN'ASSISE PERMANENTE DA CONVOCARE SUBITO CONTRO IL NUOVO ECOMOSTRO ALIMURI


Ho letto qualche mese fa l’articolo di Gian Antonio Stella apparso sul Corriere della Sera sulla cronistoria dell’ECOMOSTRO di Alimuri e su un suo possibile abbattimento. Ho letto qualche giorno fa pure l’articolo di Giuseppe Guida apparso su La Repubblica Napoli, nel quale si scrive esplicitamente che oggi esisterebbe addirittura “ un accordo, la cui bozza dovrebbe essere già pronta (e che discende dal famigerato Protocollo d’Intesa proposto dall’allora governo Rutelli), prevede: approvazione di una variante urbanistica (con l’oramai ovvio beneplacito della Sovrintendenza e con il Tar pronto a dare man forte), demolizione del manufatto attuale, “riqualificazione” dell’area e concessione al medesimo proprietario attuale per realizzare uno stabilimento balneare a cinque stelle (in zona 1A del Piano Urbanistico Territoriale, di inedificabilità assoluta, quindi); delocalizzazione della volumetria demolita (una finta volumetria, visto che trattasi di un mero scheletro in cemento armato) per costruire un nuovo albergo vista Vesuvio sulla Marina di Seiano, proprio nei pressi dell’inutile viadotto a dieci campate, cancellando definitivamente l’intero vallone, compresi gli scorci panoramici pubblici, le visuali, ettari di uliveti e la sentieristica che attraversa il Rivo d’Arco.
Vorrei sottolineare che quel protocollo d’intesa, che  da quanto si legge nell’articolo, si tenderebbe di riproporre nella sua integrità, oltre ad essere stato già allora oggetto di attenzione da parte della Procura della Repubblica ebbe anche un diniego dalla allora Autorità di Bacino del Sarno e dalla Soprintendenza. Allora furono i VAS, anche con un ricorso al Presidente della Repubblica e il sottoscritto, nella qualità di coordinatore del circolo di Vico Equense a denunciare alla stampa l’accordo scellerato che si stringeva tra la Sa.An, la Regione Campania, il Comune di Vico Equense  ( con l'attuale sindaco Gennaro Cinque) e il Ministero dei beni Ambientali e culturali.  Oggi l’ECOMOSTRO dell’Alimuri torna a far parlare di sé: Fabrizio Geremicca mi chiamò qualche tempo fa perché voleva sapere da me cosa ne pensassi di tutta la faccenda e se ero d’accordo per l’abbattimento. Oggi, dopo quello che sta accadendo da qualche mese, dopo la nomina nella Giunta di Gennaro Cinque di un assessore non di Vico, Antonio Elefante, ingegnere e imprenditore, già capo dell’Ufficio tecnico a Piano di Sorrento, noto per aver molto edificato e costruito, che sembra che tra i suoi obiettivi primari abbia l’abbattimento di ALIMURI e la sua “ridefinizione”,  tutta la faccenda richiederebbe IMMEDIATAMENTE, soprattutto tutti quelli che hanno a cuore le sorti del territorio di Vico Equense, di aprire gli occhi, perché è chiaro che si sta tentando di far entrare dalla finestra ciò che allora fu cacciato dalla porta.  E’ opinione di chi scrive, che l’accordo – che si voleva ormai decaduto – potrebbe ripresentarsi in altre forme, mentre certamente sembrerebbe già pronta l’approvazione di una variante urbanistica. Ci sarebbero altre domande inevase da fare, Di fatto, il Comune di Vico Equense  non ha mai predisposto un’ordinanza di demolizione, e se anche la facesse chi pagherebbe e con quali soldi costi per l’abbattimento e per la bonifica del costone? Né risulta sia mai stata fatta un’ingiunzione in danno alla famiglia Normale per abbattere l’ECOMOSTRO e in ogni caso se accadesse una cosa del genere la famiglia Normale sicuramente farebbe ricorso per essere risarcita in qualche modo.  Ecco che torniamo al punto di partenza: oggi si riparla dell’abbattimento di quel rudere che sta lì da cinquant'anni perché ? E' mia opinione che su quello scheletro c’è chi vuole fare ancora l’affare! Lega ambiente ne richiede l’abbattimento e le “anime belle” impegnate in "denunce floreali", nel senso che se le appuntano sul bavero, dovrebbero essere più serie nell’affrontare la problematica. Il sottoscritto non ha agganci tali da invitare giornalisti e poi ospitarli a Vico Equense come ce li hanno altri, e se ne sbatte del politically correct e dunque per quanto mi riguarda, da ambientalista di frontiera e senza referenze, dico che per conto mio quello che ho sempre sostenuto: quello scheletro potrebbe rimanere lì per altri cinquant’anni esposto alla consunzione naturale degli agenti atmosferici e che ben altri mostri oggi deturpano Vico Equense e molto più recenti come il viadotto di Seiano . Se quella struttura deve essere abbattuta lo deve essere solo per liberare un tratto di costa da un rudere ingombrante e impattante e chiunque ne decida l’abbattimento non deve farlo diventare un affare! Ovvero non deve richiederne la realizzazione di una pari volumetria nella piana di Seiano I proprietari parlano di volumi e non di suoli, come se questi fossero fatti di aria. Oggi questo non mi sembra venga detto da nessuno dei solerti demolitori. L’abbattimento se fosse realizzato, certamente attiverebbe un ricorso dei proprietari che, anche qui nessuno lo dice mai, quando acquistarono il complesso sapevano di acquistare un abuso edilizio e sapevano di poter lucrare sull’acquisto. Allora? Allora se lo si vuole demolire lo si demolisca, ma questo non dovrà consentire nuove operazioni pericolose e al dire altrui scadute, ma che di fatto sono ancora lì con tutto il loro carico di ambiguità . La richiesta della famiglia Normale di una struttura di pari volumetria in una zona del Comune di Vico Equense ecco, questo pericolo per il sottoscritto incombe ancora in tutta la sua integrità e potrebbe ripresentarsi sotto altre forme a seguito dell’abbattimento. Propongo immediatamente un’Assise permanente di tutte le associazioni presenti sul territorio insieme ai quei cittadini sensibili agli intellettuali agli operatori culturali al fine di contrastare questo progetto che sarebbe un ulteriore sfregio ad un territorio già seriamente compromesso.

Franco Cuomo VAS –Vico Equense


 

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